Mai sentito parlare della Via Matildica?
Abbiamo trascorso tre giorni nella meravigliosa Emilia Romagna, seguendo un affascinante percorso di pellegrinaggio che attraversa questa regione, lasciandoci affascinare dalla ricca storia, la straordinaria cultura culinaria e i paesaggi pittoreschi.
Questo cammino che porta indietro nel tempo è dedicato appunto a Matilde di Canossa, una delle figure più influenti del Medioevo europeo e rappresenta un’opportunità unica per esplorare le terre che la videro protagonista e che vale la pena davvero di conoscere.
Matilde di Canossa: “LA” donna icona del Medioevo
Per comprendere appieno la Via Matildica, è fondamentale conoscere la storia straordinaria di Matilde di Canossa.
Nata nel 1046, Matilde fu una figura cardine nell’Europa medievale: governò su un vasto territorio che includeva parti dell’attuale Emilia-Romagna, tra cui le città di Reggio Emilia, Modena e Canossa. Fu una donna determinata, intelligente e profondamente religiosa, avendo così un impatto storico che si sviluppò ben oltre i confini del suo dominio.
Matilde fu fondamentale nella Lotta per le Investiture, un conflitto che contrappose il Papato e il Sacro Romano Impero e per il quale viene ricordata. La sua alleanza con il Papato, in particolare con il Pontefice Gregorio VII, contribuì a consolidare la supremazia della Chiesa cattolica sulla politica europea. Le sue azioni ebbero un impatto duraturo sulla struttura del potere nell’Europa medievale e la resero una figura di straordinaria rilevanza storica.
La Via Matildica: di che cosa parliamo?
La Via Matildica del Volto Santo è un cammino di 285 km diviso in 11 tappe che parte dalla città di Mantova arrivando fino a Lucca, attraversando così Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
Spesso i pellegrini decidono di affrontare una delle 3 macro zone in cui la Via si divide:
– la Via del Preziosissimo Sangue ( 3 tappe) : da Mantova a Reggio Emilia, chiamata così per via del sangue di Cristo conservato nella teca della Basilica di Sant’Andrea;
– il Cammino di San Pellegrino ( 5 tappe ): da Reggio Emilia a San Pellegrino in Alpe, da cui prende il nome;
– la Via del Volto Santo ( 3 tappe ): da San Pellegrino in Alpe fino a Lucca, dove è conservato il “Volto Santo”, un crocifisso in legno considerato miracoloso dai fedeli;
Se il tempo a disposizione è limitato, si può decidere di affrontare solo alcune tappe, come abbiamo fatto noi, concentrandosi solo su alcuni dei punti di interesse che caratterizzano la zona.
Avrete inoltre l’occasione di richiedere alla mail cammino@viamatildica.it la vostra credenziale ufficiale del pellegrino, collezionando così i timbri delle zone più evocative lungo il percorso. Una volta completato il pellegrinaggio potrete richiedere anche l’attestato ufficiale.
Le nostre tappe
Tappa n. 4 della Via Matildica: Reggio Emilia Centro – Reggia di Rivalta
circa 2,5 ore solo andata
Il nostro primo approccio con la Via Matildica consiste in un trekking urbano che attraversa il centro storico di Reggio Emilia, parte integrante del cammino.
La cittadina è veramente graziosa e pittoresca. Non perdetevi una passeggiata tra la Basilica di San Prospero, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Sala del Tricolore, dove nacque proprio la bandiera italiana.
Procediamo il cammino dalla piazza dedicata al generale Angelo Diaz, e da qui ci dirigiamo lungo il Viale Umberto I, una strada alberata, molto frequentata da ciclisti e pedoni, che offre una piacevole passeggiata tra l’architettura elegante della città.
Il trekking prosegue e ci conduce al Parco Crostolo, ( o “delle Caprette” come lo chiamano i Reggiani), un’oasi verde nel cuore della città.
Rinomato per la sua tranquillità, offre un rifugio perfetto dalla frenesia cittadina: vi sembrerà di essere lontanissimi dal caos cittadino, che in realtà si sviluppa tutto intorno.
Ma perchè “delle Caprette” ? Il nome affettuoso attribuito al parco deriva proprio dagli amici a quattro zampe che fino a poco tempo fa abitavano il parco, rappresentando un importante punto riferimento per i locals.
Uno dei momenti culminanti della tappa n.4 è la visita alla Reggia di Rivalta. Questo edificio, sebbene attualmente in fase di riqualificazione con il Progetto “Ducato Estense”, rappresenta un autentico gioiello dell’architettura barocca. Costruita nel XVII secolo, la reggia era la residenza estiva degli Este, una famiglia nobile che ha avuto un ruolo importante nella storia dell’Emilia-Romagna.
Nonostante oggi sia sotto restauro, è possibile percepire la sua maestosità e la sua storia che abbraccia secoli di eventi e influenze e sono certa che in futuro verrà valorizzata al meglio, dalle strutture principali fino agli immensi giardini circostanti.
Se volete continuare il percorso non perdetevi poco più avanti, la maestosa Villa Estense, al centro della Vasca Corbelli, nella quale si riflette regalando degli scorci unici ai visitatori.
Tappa n. 5b della Via Matildica: Croveglia – Pieve di San Vitale – Castello di Carpineti
Durata 2 ore solo andata
Nuovo giorno, nuovo trekking!
Siamo pronte a percorrere la tappa 5b, che ci trasporterà indietro nel tempo tra storia e scenari naturali.
Prima di iniziare il nostro percorso però, non possiamo perderci una visita alla misteriosa Rupe di Canossa, palcoscenico dell’ episodio storico più importante della zona: “l’umiliazione di Canossa” del 1077. Proprio qui l’imperatore Enrico IV, si recò in penitenza per chiedere il perdono del Papa Gregorio VII dopo essere stato scomunicato.
Oggi, la Rupe di Canossa è un sito di grande interesse storico e turistico. I visitatori non solo possono visitare il museo dedicato a Matilde ed esplorare la rupe, ma anche ammirare un panorama unico nel suo genere, contraddistinto dalle formazioni naturali dei calanchi, derivati dall’erosione del terreno.
Una volta esplorata Canossa, da Croveglia ci spostiamo verso la maestosa Pieve di San Vitale: chiesa romanica considerata un autentico tesoro architettonico e storico. Fondata nell’VIII secolo, la Pieve è immersa in un contesto naturale bucolico, conservando al suo interno anche un piccolo ma curatissimo museo archeologico.
La via che da qui si sviluppa verso il Castello di Carpineti non è troppo complicata e si sovrappone con altri cammini come il Sentiero Spallanzani e il Sentiero Dorato.
Carpineti è un’imponente fortezza medievale dalla quale poter godere di un panorama unico sulla campagna emiliana, rilassandosi sui verdi prati circostanti.
Il castello è visitabile ad alcuni orari prestabiliti, ma anche su richiesta con visite guidate a pagamento e permette di fare un viaggio indietro nel tempo grazie alle strutture ancora presenti come le mura, le torri e il cortile.
Anche questo castello fece parte dei territori Matildici: proprio qui papa Gregorio VII fu ospitato dopo il famoso incontro di Canossa.
Tappa n. 8 della Via Matildica: Case di Civago – Passo delle Forbici
Durata circa 4 ore
La tappa n. 8 è una delle più avventurose e impegnative della Via Matildica e ci accompagna verso il crinale dell’Appennino. Si parte da Case di Civago, in mezzo a rigogliosi boschi ricchi di funghi, castagne e timidi animaletti come cinghiali, cervi e tassi.
Il percorso è da subito in salita, ma ben tenuto e quasi completamente ombreggiato.
Durante questa tappa, abbiamo avuto l’opportunità di raggiungere l’Abetina Reale, una zona davvero particolare dell’appennino tosco-emiliano, caratterizzata in modo insolito da secolari abeti bianchi, tipici in genere di zone molto più a nord.
Da qui, il sentiero ci guida verso il Passo delle Forbici, uno dei punti più alti e panoramici del percorso. La vista che si gode da qui è assolutamente spettacolare: raggiungere questo punto, a quasi 1600 metri, ha rappresentato per noi una grande gratificazione, trovandoci nel punto di confine tra Emilia Romagna e Toscana.
La fatica della salita è ripagata dalla sensazione di conquistare la vetta più alta della Toscana: il Monte Prado.
Gastronomia ed Esperienze Uniche Lungo il Cammino
Uno degli aspetti più affascinanti della Via Matildica è la possibilità di immergersi nella cucina emiliana proprio durante il cammino.
Non è difficile infatti raggiungere numerosi rifugi e locali tradizionali lungo la Via Matildica, dove poter assaporare le prelibatezze della regione: dai cappelletti al parmigiano, dall’erbazzone ai tortelli verdi o di zucca, dallo gnocco fritto alle brizigole, il tutto sempre accompagnato da un’ottima bottiglia di vino rosso del posto.
Spergola? Lambrusco? A voi la scelta!
Osteria Dimondi – Reggio Emilia
L’Osteria Dimondi, situata in centro a Reggio Emilia, è stato il nostro primo approccio con cucina emiliana, ci siamo accorte subito della loro passione e conoscenza delle materie prime. L’assaggio dello gnocco fritto accompagnato da un ottimo crudo e dei cappelletti con la panna è stato una vera e propria esplosione di gusto al palato.
Ristorante del Pieve San Vitale
Incastonata nel contesto del Pieve di San Vitale si sviluppa una cucina autentica e super artigianale. Qui, abbiamo avuto l’occasione di provare la tipica cucina montanara, assaggiando ottimi salumi, il mitico erbazzone e tortelli da sogno. Tra le cose più particolari da assaggiare ci sono sicuramente i dolci tipici: la torta di spinaci e quella di pasta rimandano ad una tradizione dai sapori antichi.
Tre parole chiave rappresentano questo posto: genuinità, chilometro zero, artigianalità.
Inoltre, per i pellegrini, è possibile soggiornare presso l’ostello del Pieve, davvero accogliente e spazioso.
Rifugio Segheria
Durante il cammino della tappa n.8 abbiamo finalmente provato il nostro primo rifugio emiliano: il Rifugio Segheria dell’Abetina Reale. Circondati dai boschi, siamo stati accolti da una deliziosa carne di cervo e polenta, abbiamo affrontato il resto del cammino con le energie giuste e l’umore decisamente alto.
Osteria Storica Bar Cortogno
L’Osteria Bar Cortogno è perfetta per immergersi nella vita tradizionale degli appennini. Un locale piccolo ma delizioso, ritrovo di molti abitanti delle zone, che prepara ottime pietanze super abbondanti.
Dalla polenta fritta alla pancetta locale, Barzigole e coniglio, tortelli fatti in casa con l’immancabile soffritto di lardo, insomma: una cucina da leccarsi i baffi!
Acetaia Comunale Rupe di Canossa
Avete mai visitato un’acetaia?
Questa esperienza consente ai viaggiatori di conoscere il processo di produzione dell’aceto balsamico tradizionale, uno dei tesori gastronomici dell’Emilia-Romagna. Attraverso visite guidate, è possibile scoprire i segreti della produzione e apprezzare la complessità di un condimento tanto pregiato.
Noi abbiamo visitato l’Acetaia Comunale Rupe di Canossa, dove ci sono state spiegate le varie tecniche di produzione di questa deliziosa gemma emiliana.
Nelle antiche botti, ognuna di un legno particolare, il mosto cotto si trasforma lentamente in aceto balsamico tradizionale, riposando per almeno 12 anni e fino a 25 anni.
Il liquido finale è nero brillante e denso, con un sapore agrodolce che non ha eguali.
La degustazione dei prodotti finali (aragosta, argento e oro) vi lascerà sicuramente senza parole!
Ermellina – il tuo chef a domicilio
Un’altra esperienza straordinaria offerta durante il cammino è quella di poter partecipare ad una lezione di cucina regionale: noi abbiamo avuto occasione di provarla all’interno dell’antico borgo di Vercallo grazie a Francesca Ruozzi, chef a domicilio e proprietaria di “Ermellina” (boutique hotel a Rubiera, dove offre vitto, alloggio e lezioni di cucina ai suoi ospiti). Con lei ci siamo dilettate con la preparazione della pasta all’uovo come delle vere “rezdore” emiliane.
Dopo qualche ora di divertimento e pura soddisfazione non vi resterà che assaggiare i vostri prodotti finali: le nostre tagliatelle al ragù e i nostri cappelletti in brodo erano davvero squisiti!
La Via Matildica è stato un viaggio sorprendente attraverso la storia, la cultura, la natura e la cucina dell’Emilia-Romagna, un percorso millenario che ci ha fatto scoprire le terre che l’affascinante Matilde di Canossa ha influenzato in modo così profondo.
Un cammino che è stato tutto una sorpresa, offrendoci l’opportunità di scoprire castelli, chiese, paesaggi mozzafiato ma anche tradizioni uniche, unendo passato e presente grazie al prezioso lavoro del tour operator “Itinere” e allo nostra preparatissima guida ambientale Giorgio Galli.
E voi siete pronti a percorrerla?